18 Giu Luce ai nostri passi
Monsignor Pierluigi Mascherin, uomo spirituale, dotato di uno speciale carisma nella predicazione, è stato per tutti noi maestro e fratello maggiore, guida discreta e intelligente, un dono di Dio per Tutta la Chiesa, diceva:
“Proibitemi di essere un parroco clericale. Aiutatemi ad essere un parroco pastore, servo della misericordia e della tenerezza del Padre, medico della gioia evangelica, testimone coerente della bellezza della fede, dell’appar-tenenza alla Chiesa, in dialogo con tutti”.
Basterebbero queste parole per tratteggiare il profilo umano e spirituale di Mons. Pierluigi Mascherin, al quale la Radio e i Gruppi di preghiera del lunedì hanno voluto fare un omaggio, pubblicando alcune sue omelie tra le numerose degli archivi radiofonici.
L’idea ha origini “lontane” e la morte improvvisa di don Pierluigi ne ha ricalibrato il significato, rinforzando l’idea della pubblicazione, arricchita anche da un CD che ne riporta cinque ed è presentato dalla nipote Lucia.
Questa raccolta di omelie diventa un inno di gratitudine, un dovere di ringraziamento, un documento di testimonianza.
Sono infatti questi i sentimenti di fondo che ci hanno animati nella pubblicazione.
“Luce ai nostri passi” perché la Parola che don Pierluigi ha offerto generosamente, meditata e pregata, se accolta, diventa luce nel nostro cammino.
Ci auguriamo che la lettura delle sue omelie che copre il decennio 2002-2011 e l’ascolto della sua voce, siano di sostegno e conforto, come è stato per noi nel preparare il lavoro che porgiamo con gioia a quanti l’hanno incontrato, conosciuto e amato.
Chiudiamo con le parole che monsignor Deison gli ha dedicato nella presentazione:
Se le omelie riflettono la spiritualità, l’interiorità di chi le tiene, cioè il suo modo di intendere la vita, di rapportarsi con Dio e con la sua Parola, credo che questo risulti quanto mai vero per le omelie di don Pierluigi.
Quello che maggiormente colpiva nella sua predicazione, offerta sempre con grande generosità - non sapeva mai dire di no a una richiesta del genere - al di là del suo ricco retroterra culturale e teologico, era il tono appassionato e convinto con cui porgeva le sue riflessioni, segno di un amore grande per Dio e per l’uomo, un amore mai astratto, ma concreto, un amore fatto di conoscenza e di esperienza.
Non passava mai dalla sacrestia all’altare e all’ambone senza prima essersi intrattenuto nel silenzio e nella preghiera, per raccogliere ispirazione, per sintonizzarsi con il cuore e la voce di Dio.